info@napolihoreca.it

Area Vino
Data articolo
Categoria

Vinitaly e ProWein: Tendenze emergenti nel mercato del vino e l’evoluzione della formazione enologica

Qualche settimana fa si è tenuta la fiera del vino più importante in Italia presso VeronaFiere:

il Vinitaly, che ha seguito un’altra importante fiera primaverile del vino in Europa, il ProWein di Dusseldorf. In questi due grandi eventi si sono potute osservare alcune tendenze di mercato e di comportamento riguardanti il vino, dopo tre anni di emergenza sanitaria che hanno impattato in modo sensibile sui consumi.

 

Prowine

Cambiamenti nel comportamento dei buyer e il successo delle regioni italiane in fiera

Ad esempio, i Buyer provenienti dall’Asia, soprattutto quelli cinesi e giapponesi, hanno di molto ridimensionato la loro presenza diretta in queste fiere europee, gestendo per quanto possibile le trattative da casa e preferendo viaggiare verso una o più cantine specifiche solo all’atto della chiusura di importanti contratti. Anche i buyer provenienti dal mondo anglosassone e occidentale sembrano, in maniera minore, seguire questa tendenza, per cui gli enti fieristici dovranno pensare a nuovi format per intercettare il pieno interesse dei grandi commercianti di vino nel mondo.

Dal punto di vista della partecipazione, i padiglioni che hanno riscosso più successo sono quelli della Toscana, del Piemonte e del Veneto, seguiti dalla Sicilia e dalla Puglia. Queste ultime due regioni oramai non sono più definibili come emergenti, essendo ormai vere e proprie ammiraglie del vino italiano. Il vino pugliese in particolare sta vivendo un periodo di enorme sviluppo all’estero. Sulla qualità del vino di Puglia non ci sono discussioni (d’altronde in passato ne hanno “beneficiato” anche i produttori del nord), ma ciò che spinge l’aumento di export è l’unione con l’offerta turistica che ha fatto conoscere in tutto il mondo la Puglia di località come Trani, Polignano, e Salento, e anche di città capoluogo come Bari, Brindisi e Lecce.

 

L’importanza di unire territorio, vino e cucina per valorizzare i vitigni autoctoni

Quello di unire ogni territorio al proprio vino e cucina, nella specificità tutta italiana di proporre i numerosi vitigni autoctoni, è una strada oramai intrapresa da diversi anni dall’enologia italiana, che sembra dare i suoi frutti nonostante che per uno straniero, soprattutto non Europeo, sia difficile porre l’attenzione a vini che non siano Merlot, Cabernet, Chardonnay o Sauvignon Blanc. Quindi c’è bisogno di spiegare i nostri vini facendo emergere i punti di forza, la specificità e l’unicità.

 

Verso una comunicazione “smart” nel settore vinicolo: superare la complessità e puntare sull’unicità

Per questo c’è sempre più bisogno di una comunicazione sul vino sempre più “smart”, facile da capire e che permetta all’operatore, sia esso un cameriere o un export manager di azienda vinicola, di proporre i vini in modo comprensibile ed immediato, lontano dai ghirigori di certi esperti degustatori che si avventurano in liste di odori e profumi particolari e rari, o dall’applicazione pedissequa di schede tecniche con l’elencazione di numerosi parametri che oramai annoiano l’ascoltatore più che sorprenderlo.

 

Rudy Rinaldi

La rivoluzione nella formazione enologica: corsi più rapidi, pratici e accessibili

A questo proposito, la formazione contemporanea nel mondo del vino sta cambiando, analogamente a ciò che sta succedendo in altri settori merceologici. I corsi di “sommelier” che fin dagli anni ’80 hanno contribuito a promuovere il bere bene in Italia, diventando un vero e proprio fenomeno di costume, iniziano a mostrare un po’ di stanchezza: tre o più livelli diluiti in due o tre anni, schede tecniche complicate, classi di svariate decine di persone che non permettono ai partecipanti di poter interagire con il relatore, non sembrano essere più in linea con i giovani e con i nuovi modi di consumare.

Si sta creando una nuova offerta formativa più al passo con i tempi, meno nozionistica, più rapida, anche con modalità full immersion da svolgersi in pochi giorni e anche molto pratica, da integrare con la partecipazione a visite in cantina, fiere di settore ed esperienze in ristoranti dove sperimentare l’abbinamento con cibo di qualità. Siamo all’inizio di una rivoluzione nella formazione enologica, tenendo anche conto delle possibili implicazioni con l’intelligenza artificiale.

 

Riformare il mercato del vino: formazione, cultura e socialità come pilastri del settore

Per finire quello che è certo, è che bisogna riformare un mercato e chi ci vuole entrare e  può avvenire solo facilitando la formazione nel settore enologico, ed estendendola a un numero maggiore di persone, facendo comprendere come il vino non sia solo alcol, ma anche cultura, tradizioni, benessere e socialità.

 

Scopri tutti i nostri corsi dedicati alla formazione in ambito VINO e Accoglienza, Servizio e Vendita

 

Articolo Scritto da Rudy Rinaldi 

Condividi articolo
Tag
Categorie
tag
Archivi